Il fine degli interventi chirurgiche di tricologia è dare un nuovo aspetto correggendo un difetto che talvolta grava più sull’anima che sul corpo : la calvizie. Grazie alle tecniche precedenti che oggi posso essere definite “grezze”, la soddisfazione del soggetto che vi si sottoponeva si scontrava con una questione non irrilevante : sgradevoli ed anti-estetiche cicatrici da nascondere ed effetti spesso “finti”. Da una parte si sistemava un problema, dall’altro lato ne nasceva un altro.
Prima dell’avvento della tecnologia di autotrapianto di capelli a singole unità follicolari , la tecnologia più popolare con cui si trattava chirurgicamente il problema della calvizie è la cosiddetta “STRIP”.
Le unità follicolari si prelevavano a gruppi, poiché veniva asportata una striscia (STRIP) di porzione cutanea dall’area donatrice, da cui in seguito si ripartivano micro – sezioni di tessuto cutaneo con unità follicolari annesse da impiantare nelle zone da rinfoltire. L’esito spesso non naturale “a bambola” era il primo imbarazzo in cui il soggetto poteva imbattersi . Oltretutto, poiché l’area donatrice, ovvero la zona della nuca, è un’area in cui la pelle è molto tirata, la cicatrice che ne derivava causava un potente dolore e per causa della trazione continua spesse volte non guariva in maniera regolare, ma molto ampia e spessa. Questo impediva al paziente di scegliere un taglio di capelli molto corto, al fine di evitare di mettere in vista la traccia percettibile dell’intervento chirurgico, provocando inoltre grande disagio in determinate situazioni della vita quotidiana. Il periodo post- operatorio era molto lungo e difficoltoso.
Il trapianto di capelli follicolare ha risolto in via definitiva il disagio dell’ esito non naturale e della cicatrice visibile e disagevole, e per di più ha consentito di rendere l’intervento chirurgico una vicenda non traumatica e molto rapida .
Il trapianto di follicolare viene eseguito con strumenti chirurgici di estrema precisione che permettono di prelevare singolarmente le unità follicolari.
Le incisioni sono caratterizzate da un diametro millimetrico e questo non provoca alcun esito cicatriziale né sull’area da cui si sono prelevate le unità follicolari, né sulla zona da rinfoltire . La zona da trattare , se include la porzione frontale, viene disegnata seguendo la fisionomia, l’età, il sesso del soggetto, per offrire un’immagine naturale. L’opportunità di selezionare ogni singola unità follicolare, permette che l’attaccatura anteriore appaia naturale. Intervenendo ad unità singole e non a “ciuffi”, la durata dell’intero atto chirurgico (dall’espianto all’impianto) è chiaramente maggiore ( si tratta di un minimo di 3 ore). L’utilizzo di anestesia locale con sedazione, autorizza la dimissione la sera stessa.
Al termine dell’ intervento, viene apposto un bendaggio compressivo da tenere solamente la notte stessa . Il giorno successivo , la fasciatura viene rimossa e si consiglia di riparare la zona con un berretto . I soli “segni” notabili nei giorni successivi sono piccolissime croste puntiformi perfettamente mascherabili e giustificabili come “irritazione della cute”, per il fatto che non sono direttamente riconducibili ad un intervento di chirurgia tricologica. Chi porta i capelli non rasati, potrà nasconderli completamente . L’uso di medicinali e pomate prescritte, rende più rapida la caduta delle crostine ed elimina il fastidio che possono provocare . Per chi si occupa di attività lavorative che non comportano sforzi fisici, la ripresa è pressoché immediata , senza quindi il disagio di chiedere lunghi periodi di convalescenza e assenza dall’ attività. Il processo graduale della ricrescita che si verifica nei mesi seguenti, consente di abituarsi ad un progresso naturale alla vista .