Nell’immaginario comune si ritiene che la calvizie sia una questione da maschi e che le donne solo raramente possano soffrire di alopecia. Nella realtà confortata dalla statistiche si conferma la prevalenza maschile per quanto riguarda la caduta dei capelli ma il peso psicologico che la donna diradata deve portare è certamente di molto superiore a quello dell’uomo.
L’alopecia androgenica non esclude il sesso femminile dove però il diradamento è localizzato in zone differenti rispetto a quanto accade nel maschio. Ciò che hanno in comune quella di tipo maschile e quella di tipo femminile è la correlazione con l’età matura. Durante la vecchiaia si tende ad esserne maggiormente colpiti e questo perché l’alopecia è connessa alle variazioni degli ormoni steroidei, in particolar modo ad una superproduzione di ormoni androgeni (soprattutto diidrotestosterone) o in correlazione ad un incremento di enzimi 5-α-reduttasi i quali a loro volta controllano la circolazione del diidrotestosterone in circolo.
Ad oggi non si conoscono le cause che determinano l’insorgere dell’alopecia androgenica, ma si sono isolati alcuni fattori che si ipotizza possano essere i maggiori responsabili:
Presenza massiccia di diidrotestosterone assieme ad una maggiore capacità del bulbo dei capelli di recepire la loro azione (si tratterebbe di una ipersensibilità genetica);
Mancanza di equilibrio nel ciclo vitale del capello. Il pelo segue uno specifico ciclo vitale che vede alternarsi quattro fasi: anagen (crescita), catagen (involuzione), telogen (periodo terminale) e kenogen(riposo del follicolo);
La calvizia femminile funziona così
Gli androgeni maschili sono sempre alla base del meccanismo della calvizie femminile ed in particolare il testosterone ed un derivato chiamato diidrotestosterone agiscono con i follicoli del cuoio capelluto influenzando negativamente il loro metabolismo e accorciando il ciclo di vita dei capelli nella fase di crescita chiamata Anagen. La sostanziale differenza tra la calvizie femminile e quella maschile sta nella distribuzione dei follicoli geneticamente